Arte Contemporanea n°4 ( di Maurizio Sampieri ) |
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Sergio Alessandro Ughi |
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"Noli me tangere" |
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Un "Matto" ormai inevitabile, costringe il giocatore bianco alla resa. La giocatrice nera osserva con aria dura ed indifferente lo spettatore mentre il bambino, proiezione di un'auspicabile rinascita spirituale, gioca malinconicamente con l'Alfiere bianco. Il gatto che, assieme agli scacchi, rappresenta l'elemento "magico-simbolico" del quadro, provoca la caduta dei trucchi dalla borsetta della giocatrice, rivelandone così l'autentica natura ipocrita. La lettura del dipinto si presta anche alla più classica allegoria che vuole la giocatrice nera identificata con la morte, tuttavia direi che il quadro lancia solo un timido ammonimento: troppo spesso cioè la consapevolezza di ciò che accade attorno a noi ci illumina solo fuori tempo massimo, ma come ci insegna il "regal giuoco", se non possiamo confutare uno scacco matto, abbiamo comunque il dovere di cominciare un'altra partita. (nota dell' autore)
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Questo dipinto si richiama esplicitamente al celebre film di Bergman "il settimo sigillo", dove spicca la surreale partita a scacchi tra un cavaliere e la morte. Il quadro è arricchito dalla presenza di un cattivo "suggeritore" che conduce il giocatore con i pezzi neri a sconfitta sicura, con la chiara allusione al fatto che non ha alcun senso lottare contro l'ineluttabile.
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Sergio Alessandro Ughi è nato a Ferrara nel 1951. Trapiantato in Lombardia fin da bambino, attualmente vive e opera a Castelleone in provincia di Cremona. Dopo una ventina di anni è tornato ad esporre a Ferrara, dove ha presentato tra le altre l'opera "IL BIANCO ABBANDONA", e Lucio Scardino, nella presentazione critica della mostra, ha così definito le opere dell'artista: "metafore incentrate sul contrasto tra alto idealismo e brutale quotidianità, che sono nel contempo favole tragiche e poetiche simbologie". Mentre, l' 8 febbraio 2002, sul quotidiano "Il Resto del Carlino", Gabriele Turola scrive: "L'artista ferrarese riallacciandosi alla grande lezione dei preraffaelliti inglesi e dei simbolisti francesi e italiani (Moreau, Sartorio) indaga i risvolti più segreti della realtà, usando i pennelli come in una sorta di radiografia, per trasformare le sue figure in personaggi emblematici che giocano col Destino (si veda "partita a scacchi") e gli spazi che li circondano in quinte teatrali dal sapore magico e ironico....". Altre opere di spicco: "Ragazza con fiori azzurri", "il figliol prodigo", "I tentatori", "Ophelia è stanca", "Narciso tra i narcisi", "Icaro", "Annunciazione", "Medusa pensosa", "Piccolo Dioniso", "Ritratto di Padre Teodosio Lombardi" (presso gli eredi del famoso storico francescano). |