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La
pietra di Jebel Amud, scoperta dal prof. Borzatti in una cavità del
deserto giordano, rivela dopo cinque millenni il proprio misterioso
significato. L'esatta applicazione alla morfologia del territorio
circostante ne fa la più antica rappresentazione topografica finora
conosciuta. La pietra topografica del deserto giordano che per millenni
ha custodito il suo segreto. Incastrata fra i massi di crollo della
montagna, presenta una superficie di 5 mq circa; in tempi più recenti
alcuni beduini vi hanno macinato delle granaglie, cancellando parte dei
tracciati. Una mappa su pietra dotata di una precisione incredibile, se
si tiene conto che il tutto è stato realizzato senza gli strumenti e i
metodi necessari al rilevamento topografico. Considerando l'enorme
superficie interessata (circa 2500 Kmq riprodotti in una scala
approssimativa di 1:16000) si può parlare di una rappresentazione che
oggi, secondo le norme cartografiche convenzionali, può essere
catalogata senz'altro come "pietra topografica". Tale
manufatto, databile fra il 3000 e il 3500 a.C. e risalente perciò all'
Eneolitico (età del Rame), risulta dunque il primo del genere che sia
stato possibile applicare ad un territorio. Dopo la scoperta alcuni
studiosi hanno cercato di riprendere in esame altre testimonianze
simili, presenti anche in Italia, soprattutto nelle regioni alpine. |