I TIRRENI

Le ricerche dell'archeologo Claudio De Palma sulla genesi delle civiltà del Mediterraneo

Signori dei metalli e del mare.

Erano maestri nel trattare i metalli, abili nel navigare, esperti nel lavoro dei campi che avevano imparato ad irrigare. La loro capitale, 3500 anni prima di Cristo, era su una collina dell' Isola di Lemno. I Greci la chiameranno Poliochni, e gli archeologi italiani, scavando a più riprese nella zona, dimostreranno che la città si estendeva per 14mila metri quadri, e aveva una popolazione di 1350 abitanti. Erano tanti, tantissimi anche per un centro commerciale di prima grandezza. Troia, con le sue mura ciclopiche cantate da Omero, in quello stesso periodo non arrivava a 400 abitanti.

Chi erano questi signori dei metalli e del mare? E perché abitavano a Lemno? Li hanno chiamati Tirreni, e la loro civiltà in tremila anni è arrivata a coprire quasi per intero l'area Mediterranea. Così che numerose civiltà, a cominciare da quella etrusca, vanno ricollegate alla loro. Furono i Tirreni a diffondere dall' Anatolia all' Iberia i substrati di una lingua, di una tecnica mineraria ed agricola comune, in molti casi la scrittura. Tanto che non ha più senso domandarsi se gli Etruschi vennero da chissà dove o piuttosto furono indigeni dell' Italia centrale. Semplicemente, la loro cultura arrivò dai Tirreni. Così come accadde per i Filistei, o per gli Eteocretesi, in parte per i Sardi.

Si deve quindi immaginare, dal 4 millennio a.C., mille anni prima che arrivassero i popoli indioeropei, una civiltà dominante. Ha enormi capacità tecniche, e un pò alla volta si impone in tutta l'area del Mediterraneo sino a formare "il paese", anzi "il regno dei Tirreni".

 

Lo si immaginava da tempo. Adesso le ricerche del professor De Palma, che per decenni ha insegnato storia antica ed etruscologia in varie università americane e all' Università dell' Arte a Firenze, ci mette di fronte ad elementi forse definitivi.

<< I Tirreni - dice - fin dal 4 millennio avanti Cristo hanno lasciato testimonianze. Poi con la scrittura le loro tracce si sono moltiplicate. Poiché possedevano grandi capacità nel trattare i metalli, si può pensare che arrivassero dalla Colchide, l'attuale Georgia ed Armenia, ma anche la mèta degli argonauti e delle magìe di Medea. Un pò alla volta, spindi probabilmente dalle invasioni dei Traci e degli Illiri, furono costretti ad imbarcarsi e a ricercare nuove terre. "Li ritrovammo nell'Egeo - racconta De Palma - a Lesbo, a Chio, a Samo, a Siro. E da lì fino a Santorini che fu distrutta dalla nota esplosione."

Attraverso lo studio dei toponimi - che nel linguaggio sono una delle realtà più affidabili perché meno soggette a modifiche - li ritroviamo anche nella terra dei Filistei, l'odierna Israele, vengono a cotatto con gli egiziani, superarono lo stretto di Messina e arrivano alle Eolie. "Cercano metalli - sostiene il professor De Palma - quindi eccoli nell' Italia centrale, e poi in Sardegna dove lo stagno, indispensabile, fuso con il rame, per ottenere il preziosissimo bronzo. Però vennero in contatto anche con popolazioni ugrofinniche, magiari ed estoni, come dimostrano certe somiglianze linguistiche. Poi, un pò alla volta, arrivarono nell'odierna Ibiza, nella Spagna meridionale e nel Portogallo.

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La Stele di Kaminia

Le ricerche del professor De Palma, pubblicate da Leo Olschki (vedi copertina de "Il paese dei Tirreni" nella colonna a sinistra) partono dalla traduzione della stele ritrovata a Kaminia, nell' Isola di Lemno. Quindi si stendono alle iscrizioni frammentarie tirreniche già pubblicate. Il risultato è il racconto di una civiltà che ha impregnato di sé il Mediterraneo.

"Penso di aver dimostrato - dice il professor De Palma - l'esistenza di tre grandi aree di cultura tirrenica nel Mediterraneo. Quella Orientale, dall' Anatolia all' Egeo. Quella centro meridionale in Italia e Sardegna. Quella occidentale nell' Iberia meridionale. Aree che vengono raggiunte in periodi successivi dal 4 millennio fino al 700 avanti Cristo. Ovviamente la mia pubblicazione non segna la parola fine. La grande avventura dei Tirreni è forse soltanto all' inizio. altre ricerche, altri studi, ci aiuteranno a capire sino in fondo questo popolo che portò la civiltà nel Mediterraneo"

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Le ricerche del professor De Palma, presentate per la prima volta al mondo accademico a Firenze, saranno esposte nei prossimi mesi all' Università di Milano, a quella di Padova e in numerosi appuntamenti all' estero a cominciare dalla Sorbona

(Maurizio Naldini, "La Nazione" 2 luglio 2003)

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